martedì 9 aprile 2013

Cristiana Alicata si dimette, ma che c'entra il razzismo?


Un breve comunicato, semplice, telegrafico. In poche righe Cristiana Alicata comunica le sue dimissioni da qualsiasi carica all'interno del PD. Saranno felici i suoi detrattori, quelli che pur appartenendo allo stesso partito tirano acqua per qualcun altro, già, le famose correnti, era una peculiarità della DC un tempo.
Saranno felici i giornalisti di partito, quelli che hanno una gamba nel giornale e l'altra nel partito, quelli che non fanno cronaca, ma creano interpretazioni, a volte clamorosamente distorte della realtà.
Che c'entra il razzismo in questa vicenda lo devo ancora capire, così come ho ancora più difficoltà a comprendere l'assioma razzismo-Alicata. 
L'unica cosa certa a tutt'oggi è che si stanno regalando enormi chance ad Alemanno di essere riconfermato, paradossalmente, questa montatura mediatica sta regalando punti al sindaco uscente, vincitore nel 2008, grazie ad una campagna elettorale di forte contrasto nei confronti dei rom. 
Quella che certi giornalisti, a ragione, descrivono come una nobile cultura, è vissuta dai cittadini romani con distacco e timore proprio a causa di una politica che negli anni non è mai riuscita a favorirne un'integrazione sociale degna di una capitale europea. Se poi avete gli occhi foderati di prosciutto, continuate pure a lanciare accuse di razzismo, ignorando chi li sfrutta, siete i primi voi a fare il male dei rom in questa maniera.

LE PAROLE DI CRISTIANA ALICATA:
1) Mi dimetto da ogni carica che ricopro nel PD (e la mia tessera è a disposizione del segretario Bersani)
2) L’accusa di razzismo e di istigazione all’odio razziale è infamante e mi difenderò con serenità nelle sedi opportune anche querelando singolarmente alcune persone.
3) Il risultato delle primarie di Roma è stato probabilmente “salvato” dal fatto che in molti hanno denunciato non “stranieri che votavano” ma “numeri anomali” che riguardavano stranieri come altre categorie. Così come molti per giorni denunciavano lo sperpero di denaro in manifesti abusivi, spesso attaccati da migranti, probabilmente in nero. Chi vuole vedere razzismo nella statistica preferisce colpire le cose che non si vogliono sentire piuttosto che domandarsi cosa accade spesso durante le primarie o durante le elezioni. Anche questo verrà circonstanziato nelle sedi opportune.
4) Quando Veltroni parlò di cinesi al voto a Napoli nessuno gli diede del razzista. Domandatevi perché la parola ROM vi fa così male. A me non lo fa, per questo la uso. E’ una parola bella, che racchiude la libertà di un popolo a cui dovremmo dedicare tempo e dedizione e non ipocrisia pelosa e interesse fittizio. Mi permetto di aggiungere che il tempo e la dedizione vanno messi nel costruire per la comunità ROM una vera integrazione e non “condizioni migliori” nei campi. La comunità che la politica ha il compito di costruire in questo Paese non si deve fondare sulla separazione dei corpi dagli occhi. Riflettiamoci. Tutti. Spero il linciaggio abbia lavato qualche coscienza. La mia è pulita.
5) Auguro ad Ignazio Marino di vincere queste elezioni, Roma non si merita questo degrado culturale e mi auguro che Ignazio sappia costruire una città dove trovino cittadinanza tutti: una città dove la capacità di scegliere sia sempre più consapevole. Ne ha bisogno Roma, ne ha bisogno l’Italia.
6) Mri famiglia ma dicheri rado

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